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venerdì 4 dicembre 2009

Non riesco...

Non riesco ad esser costante,
non riesco a tenermi aggiornata,
non riesco a stare al passo
e non riesco più a capire.

Quando provo, cado e grido;
quando cado poi uccido.

Uccido quel silenzio che c'è nel mondo,
quel continuo voltar le spalle,
quel fregarsene perchè:

"son cose che accadono agli altri".

Ma ogni volta che ci penso mi sembra impossibile riuscire
a spiegare a questa gente
che oltre il proprio naso deve vedere.

E come se non bastasse, certe volte convincono anche me.

sabato 16 maggio 2009

White Rabbit




Il coniglio bianco che mi conduce verso la tana, verso il nulla, verso il vuoto.
Mi guarda. Mi tende la mano e mi invita a seguirlo. Cado giù. Cado nella trappola, e svanisce la speranza di uscirne, ogni centimetro che percorro se ne va un pezzetto di possibilità di uscirne. Eppure mi sento come se quella caduta infinita mi stia portando verso qualcosa di nuovo. Qualcosa che cambierà la mia vita. Intorno a me, nessuno. Un appiglio, un nascondiglio. Ma mi sento in pace con me stessa e d'improvviso vedo una luce. E un volto che mi guarda. Sono atterrata, finalmente. Ero impaziente di vedere cosa ci fosse, alla fine. Il volto è di qualcuno che non conosco, ma mi attrae, come non è mai successo prima. Mi guarda e non parla, ma dai soli occhi capisco che devo camminare, avanti, sempre avanti, fino alla luce. Ed entro. Mi si apre un nuovo mondo, pieno di colori caldi, forse è il paradiso penso. Ma poi mi ricordo che non ci ho mai creduto al paradiso e capisco. Capisco che devo correre e godere di quel luogo isolato, apparentemente vuoto ma riempito solo dai colori. Finalmente mi libero e corro lontano verso l'ignoto, senza sapere cosa mi aspetta, ma con la certezza che sia qualcosa di cui non potrò più fare a meno...
VIA!

mercoledì 15 aprile 2009

The New Born

Sul comodino di mio padre, tre libri di Nietzsche. Un po’ impolverati ma come biasimarlo. Non ricordo più quale fosse il suo pensiero, ma ricordo che a scuola, come accade per quasi tutte le cose che ti insegnano, non mi piaceva, già il nome era troppo difficile. Forse ora potrei cambiare idea.

Seduta alla scrivania davanti al pc, osservo di fronte a me il muro con le foto appese. Foto vecchie, avrò avuto nove anni, e dietro di me svettano, in una, la nave da crociera di non so cosa, la pacific princess, nell’altra l’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Italiana. Fuori c’è un bel sole, finalmente dopo un inverno in letargo, si può prendere di nuovo vita, mi piace il freddo e la pioggia ma forse il sole mi trasforma in una persona migliore. Forse. O forse sono io a sentirmi migliore perché vivo più tranquillamente la giornata se fuori c’è un bel sole. Non saprei.

Sto ascoltando un cd degli Slade, un Greatest Hits. Sono un gruppo Glam Rock anni ’70, spingono davvero molto. Mi mettono carica addosso, oltretutto in questo periodo ho bisogno di muovere le gambe e soprattutto il cervello. Sarà sempre per il discorso del sole di prima, forse.

Ho appena deciso. Voglio riaprire un blog. Una cosa semplice. Per poter scrivere senza che tutti i miei “amici” di facebook o myspace siano, volenti o nolenti, costretti a leggere. Ogni social network deve avere la sua funzione. In fondo le persone sono connesse a seconda delle loro passioni ed è bene che questi siti rimangano circoscritti all’uso per il quale sono nati, myspace per la musica, facebook per farsi i cazzi degli altri. Certo, è fatto proprio per quello. Se fate caso a come è strutturato, al fatto che se commento la foto di un mio amico, un altro mio amico che non sia amico del primo possa vedere e leggere tutto, è palesemente quello l’obiettivo e nessun altro.